Lo scorso 18 giugno, il coro "Novum Gaudium" (composto da Anna Caldaralo, Stefania Lamanna, Maria Natalizia Caldaralo, Rosalia Schettini, Stefania Brisacani, Giusy Novembre e Tina Giovanna Dell’Orco) è stato protagonista di un evento culturale che si è svolto nella suggestiva chiesa di "San Giovanni Evangelista" a Matera.

Si è trattato di una lezione-concerto che ha richiamato un pubblico competente ed interessato. Ad attrarre musicisti, amatori e curiosi è stato il taglio originale dell’evento dal titolo “Di generazione in generazione”; una denominazione che rivela una riflessione insolita, e non molto battuta, sul tema del rapporto tra generazioni nel canto sacro cristiano.

Non a caso l’evento stesso è stato pensato e realizzato dal Centro Studi Intergenerazionale di Matera (CENSIN), un istituto che svolge una costante attività di ricerca nell'ambito delle questioni intergenerazionali, attraverso la realizzazione di studi sull'evoluzione sociale.

La lezione–concerto ha visto protagonista il canto gregoriano, dal cui vastissimo repertorio sono stati estrapolati sei brani, ciascuno dei quali esemplificativo di una particolare figura parentale: il Bambino, l’Adolescente, il Padre, la Madre, l’Anziano ed infine il susseguirsi delle Generazioni umane. I diversi brani sono stati esplorati dal punto di vista teologico dai monaci benedettini Padre Donato Giordano e Don Giulio Meiattini, e dal punto di vista musicale da Anna Caldaralo.

L’esecuzione è stata realizzata con attenzione filologica e curata vocalità, come detto, dal Coro "Novum Gaudium" di Noci, fondato nel 1988 dal compianto monaco benedettino e gregorianista Padre Anselmo Susca e attualmente diretto dalle sue allieve Anna Caldaralo e Rosalia Schettini.

A chiusura del concerto il coro e la voce solista di Rosalia Schettini hanno eseguito di Hildegard von Bingen, un brano poco praticato, a causa della sua particolare difficoltà, ma bellissimo e suggestivo: si tratta del responsorio “De Patriarchis”, arricchito da una originale componente elettronica realizzata dal compositore nocese Gianni Console e dagli interventi al flauto di Titti dell’Orco.